SAI di Bitonto: la solidarietà è un abbraccio che costruisce la pace

Di fronte all’immane tragedia che si sta consumando in Palestina il salvataggio e il ricongiungimento della famiglia di Ghassan, ospite da un anno del SAI Auxilium di Bitonto, possono sembrare una goccia nel mare, eppure è un grande segno di speranza.

Per una una emozionante e benaugurante coincidenza, la moglie e  i 5 figl di Ghassan sono atterrati a Roma Fiumicino il primo giorno di primavera e non appena si è aperta l’uscita degli arrivi dell’aeroporto Ghassan, giovane rifugiato palestinese ospite del nostro SAI di Bitonto, è corso dentro incontro alla sua famiglia che proveniva dall’inferno di Gaza. É stato in quel momento che mesi di ansia e preoccupazione si sono sciolti in un grande, interminabile abbraccio, tra le lacrime di gioia e lo stupore, sia quello dei bambini che quello degli adulti, i quali fino all’ultimo hanno temuto che qualcosa potesse andare storto.

Ma la sera del 21 marzo gli abbracci e la gioia hanno spazzato via preoccupazioni e stanchezza, perché la famiglia, dopo quattro anni, era finalmente in salvo e riunita. “Non hanno trattenuto le lacrime di commozione neanche i nostri colleghi Jalal Al Shareffi e Andrea De Bernardis che con il pulmino hanno accompagnato papà Ghassan all’areoporto di Roma Fiumicino e riportato tutta la famigliola a Bitonto”, racconta la coordinatrice del SAI Mariarosa Uccelli. Soprattutto Jalal, mediatore culturale, che è arrivato dall’Iraq nel 2012 e ha fatto tutto il suo percorso di accoglienza e integrazione con Auxilium, ha rivissuto il suo dramma di rifugiato in quello dell’amico palestinese Ghassan: “È stato incredibile, in questi mesi abbiamo aiutato Ghassan ogni giorno a non perdere la speranza, anche quando per settimane non si riusciva ad avere più notizie della moglie e dei bambini che erano a Gaza, in fuga per salvarsi”. Riprende Mariarosa Uccelli: “Ieri notte abbiamo atteso l’arrivo della famiglia insieme al sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci, che era emozionantissimo come noi. Devo dire grazie a lui e all’Assessora al Welfare Silvia Altamura per come hanno preso a cuore questo ricongiungimento familiare. Insieme abbiamo portato a termine questa bella operazione, ma dobbiamo rendere merito anche al grande impegno del Consolato Italiano a Gerusalemme e a quello dell’Ambasciata Italiana in Egitto”.

Nelle prossime settimane la mamma e i cinque bambini (la più piccola ha 4 anni il più grande quasi dieci), potranno riprendersi dalla terribile esperienza della guerra e dai mesi passati alla ricerca di un luogo sicuro, dopo che la loro casa era stata distrutta. La scuola dove si erano rifugiati, infatti, è stata bombardata e, in seguito, è finito in macerie anche l’ospedale dove pensavano di essere al riparo dalle bombe. Alla fine la mamma e i 5 bambini, dei quali uno ferito, sono riusciti ad arrivare nei pressi del valico di Rafah, dove però non c’era cibo ed era anche difficile trovare una tenda per ripararsi dal freddo. Gaza è un territorio chiuso e passare il confine con l’Egitto è molto arduo, ma dall’Italia, grazie alle continue interlocuzioni con Ambasciata e Consolato, il Comune di Bitonto e il SAI Auxilium sono riusciti ad ottenere i visti, a far passare mamma e bambini, imbarcarli su un volo di linea e portarli in Italia.

Racconta il presidente della Cooperativa Auxilium Pietro Chiorazzo: "Il focus dell’accoglienza e dell’integrazione per noi è sempre la persona, con la sua storia, i suoi legami e il suo desiderio di costruire una vita migliore per sé e per i suoi cari. Complimenti a tutta la squadra di Bitonto per come si è presa carico del dramma che stava vivendo la famiglia di Ghassam, che a Gaza aveva perso tutto e viveva in uno stato di continuo pericolo. Grazie alla città Bitonto per aver accolto con tanto affetto questa giovane famiglia, perché la solidarietà è una grande arma di pace".