Viviane e Celestine nel 2021, dopo essere sbarcate in Sicilia, vennero accolte nel CARA di Bari, che allora era gestito da Auxilium, per poi proseguire il loro percorso di integrazione sempre con noi nel SAI di Bitonto. Viviane insieme ad Auxilium ha preso la licenza media e il titolo di OSS. Celestine, invece, ha frequentato le elementari a Bitonto, parla benissimo la nostra lingua e si sente già italiana. Tanto che, quando il 3 febbraio scorso ha fatto parte del gruppetto di piccoli provenienti dai cinque continenti, che hanno accolto Papa Francesco al suo arrivo al Summit internazionale sui diritti dei bambini, Celestine, emozionatissima e orgogliosa, ha risposto più volte al Papa che le chiedeva da quale Paese venisse, che lei era di Bitonto.
Per loro è iniziata una nuova vita a Varese: “In questo periodo mi sono sentita abbracciata dalla famiglia Auxilium – racconta Viviane - Ed è stato emozionante essere accolta con tanto calore in un gruppo di lavoro così affiatato”.
Un saluto è arrivato anche da Mariarosa Uccelli: “Auguri a Viviane da tutti noi del SAI di Bitonto e un grande grazie a Nicola D’Aranno e Maria Fanizza per l’impegno profuso in questo progetto di integrazione, che ha messo insieme noi di Auxilium, istituzioni e realtà locali. Alla festa che abbiamo organizzato al SAI per salutare Viviane, infatti, è voluto intervenire il Sindaco di Bitonto, che l’ha indicata come ‘volto della buona accoglienza che funziona’ e di una città che accoglie con umanità e visione, come ha scritto la Gazzetta del Mezzogiorno”.
“Viviane ha iniziato il lavoro al servizio delle persone vulnerabili con tanto entusiasmo ed è già ben inserita nel nostro staff – racconta Maria Fanizza coordinatrice della RSA di Malnate - e questa storia fatta di coraggio, impegno, cura e rinascita ci avvicina ancora di più a quei valori che condividiamo con la Fondazione don Don Gnocchi". Conclude Nicola D’Aranno, che segue tutte le strutture Auxilium nel Nord Italia: “É stato bello vivere insieme allo staff di Malnate la festa per i quattro anni di lavoro e la firma del contratto di Viviane, perchè credo che il suo percorso renda evidenti due cose: la prima è che accogliere, prendersi cura e integrare le persone migranti sono elementi inscindibili. La seconda è che stiamo formando tanti nuovi operatori, capaci di prendersi cura dei più vulnerabili con professionalità e umanità. Questo impegno è un contributo significativo per la sostenibilità e l’efficienza della sanità, sia pubblica che privata, in un momento di evidente scarsità di personale sanitario. Una nuova vita per nuovi italiani, che lavorano per il bene comune".