Missione umanitaria Auxilium per l'Ucraina: Bucha, Irpin e Kiev

In questo terzo giorno di viaggio in Ucraina, la missione umanitaria si è mossa tra Bucha, Irpin e Kiev.

"C'è una primavera che si prepara in questo inverno apparente". Questa frase di La Pira illumina il racconto della terza giornata della Missione umanitaria in Ucraina, perché è stata una giornata che ha mostrato sia il volto crudele e insensato di una guerra che sembra non voler finire - le fosse comuni a Bucha - sia quello sorridente di una rinascita, di una primavera, che si prepara usando gli strumenti della solidarietà e della pace. E bisognava guardare il sorriso sui volti dei ragazzi e delle ragazze durante la visite alla scuola media di Irpin e al Centro per sfollati di Sant’Egidio, nel quartiere di Darnitsa di Kiev, per accorgersi che c’è una speranza.

“Qui da troppo tempo manca il sorriso”, ha raccontato a Bucha Angelo Chiorazzo, dove in questa terza giornata di viaggio scendeva una neve fredda e leggera, che non può coprire le cicatrici della guerra. Tutti i partecipanti alla Missione umanitaria per l’Ucraina, infatti, sono rimasti molto colpiti dalla visita alle fosse comuni della cittadina, che insieme a Irpin, fu occupata dai russi durante la prima fase dell’invasione.

Liberate agli inizi dell’aprile scorso dalle truppe ucraine, le due cittadine hanno mostrato al mondo le piaghe delle violenze subite. Ed è proprio sul luogo della grande fossa comune di Bucha che si sono voluti recare i partecipanti alla Missione umanitaria, per rendere omaggio alle vittime e per far memoria di quanta crudeltà può essere capace l’uomo quando si sostituisce a Dio, come ha detto Papa Francesco, nell’affidare alla Missione umanitaria il compito di salutare tutte le persone incontrate durante il viaggio con questa frase: “Dio non è crudele, Dio coccola. È l’uomo che quando si sente Dio diventa crudele”.

La giornata della Missione umanitaria - che anche il 29 è stata ancora fitta di incontri e di consegne di aiuti alla popolazione - è iniziata proprio con una “coccola”: una visita straordinaria e piena di entusiasmo alla scuola media di Irpin denominata “N.1”. Una scuola simbolo di rinascita: distrutta nei primi giorni di guerra, è stata ricostruita a tempo di record dopo la liberazione della città ed è stata inaugurata all’inizio dell’anno scolastico dal presidente Zelensky. Gli studenti, le insegnanti e i dirigenti hanno accolto a braccia aperte Angelo Chiorazzo, padre Enzo Fortunato, Yuriy Lifanse (responsabile ucraino della Comunità di Sant'Egidio), Domenico Alagia, Ahmed Taha, Francesco Molfese e il resto della delegazione, che ha distribuito il materiale della nazionale di calcio italiana, donato dalla FIGC, scherzando con gli studenti, che erano quasi increduli nel ricevere palloni, felpe, scarpini, tute e magliette. Racconta Chiorazzo: “Oggi non so se i ragazzi erano più stupiti e contenti per il fatto di avere tra le mani i palloni con i quali giocano i campioni, o per il fatto di sapere che c’è tanta gente, in un’altra parte del mondo, che pensa a loro”.

Nel pomeriggio del 29 marzo, la Missione umanitaria ha avuto anche due incontri a Kiev, con l’Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica Sviatoslav Shevchuk e con il Nunzio Apostolico monsignor Visvaldas Kulbokas, per un dialogo sulla situazione che sta vivendo il Paese e la sua popolazione dall’inizio dell’invasione. Tra le due visite istituzionali la Missione umanitaria è stata, come detto, al Centro per sfollati di Sant’Egidio, nel quartiere di Darnitsa, per consegnare, anche qui, molti aiuti e materiale sportivo. Nel quartiere di Darnitsa la Comunità fondata da Andrea Riccardi e presieduta da Marco Impagliazzo sta svolgendo un lavoro enorme, per aiutare le tante famiglie ucraine che arrivano dalle zone di guerra, senza dimenticare le persone povere di Kiev delle quali il Centro si prende cura.

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