A Matera il convegno "La consulenza etica nel fine vita"

"La consulenza etica nel fine vita", il convegno sulle cure palliative, svolto a Matera, a cui i responsabili ADI Basilicata di Auxilium hanno partecipato.

Vi sono malattie inguaribili, ma non esistono malattie incurabili. Questo principio, che è alla base delle cure palliative, è emerso con forza nell'impsvolto a Matera.ortante convegno “La consulenza etica nel fine vita”, che si è svolto nell'auditorium dell'Ospedale Madonna delle Grazie a Matera e ha dedicato un grande spazio all'esperienza di Auxilium nelle cure domiciliari. Il convegno, organizzato dal GIBCE (Gruppo interdisciplinare di bioetica clinica e consulenza etica), ha visto anche la partecipazione dell'Università Cattolica ed è stato chiuso dall'intervento di monsignor Vincenzo Orofino, vescovo di Tursi Lagonegro e Segretario della Commissione della CEI per la Pastorale della Salute. Francesco Montingelli, responsabile nazionale ADI Auxilium e Maria Lucia Bruno, responsabile ADI Matera, hanno presentato nel corso del convegno il servizio di Assistenza domiciliare e di Cure Palliative nelle due province lucane, mentre la dottoressa Maria Pace e la psicologa Anna Dezio hanno spiegato come sono stati affrontati nella domiciliare alcuni casi specifici, nei quali erano emerse forti problematiche etiche. Con loro al tavolo dei relatori c’erano il dottor Gianvito Corona, responsabile ADI dell’Azienda Sanitaria di Potenza e la dottoressa Marilena Frangione, responsabile ADI dell’Azienda Sanitaria di Matera, i quali hanno sottolineato la grande collaborazione che c’è nell’ADI Basilicata, anche in un settore così delicato dal punto di vista umano come quello delle cure palliative. Il convegno aveva l'obiettivo di approfondire il tema dell’etica del fine vita alla luce della Legge 219/2017, ma l’ha reso ancor più significativo il fatto che si sia svolto il 16 marzo, a nove anni dall’approvazione in Parlamento della legge 38/2010, un provvedimento di assoluta avanguardia, riconosciuto come modello, che stabilisce che l’Italia “tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore”, riconoscendoli come “obiettivi prioritari del Piano sanitario nazionale”. Le cure palliative, infatti, non solo migliorano la qualità di vita del paziente ma sono uno strumento per preservare la sua dignità e danno un risposta a quella sensibilità radicata tra la gente – medici, malati, famiglie –, in base alla quale tutti sentono quanto sia prezioso prendersi cura della persona malata e sofferente, anche quando non ci sono prospettive di guarigione.